Il grido della terra e il grido dei poveri: la Laudato Si’

Il grido della terra e il grido dei poveri: la Laudato Si’

Dal 29 novembre al 17 dicembre la comunità ha proposto una lettura corale online dell’enciclica Laudato sì’ di papa Francesco sulla cura della casa comune e il futuro del pianeta. Come in altre occasioni abbiamo coinvolto voci differenti anche del quartiere. Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, ha introdotto il percorso definendo la Laudato si’ un “testo rivoluzionario”. Francesco ha concentrato nella categoria dell’ecologia integrale il suo pensiero condividendolo con tutti. Il documento non è un semplice manifesto “verde” ma una lettera all’umanità intera per assumersi responsabilmente la custodia del creato: siamo tutti sulla stessa barca, ci accomuna il medesimo destino. Figli di questo pianeta, l’unico che abbiamo, siamo chiamati ad essere custodi e non padroni. Il movimento di Greta Thunberg (Fridays For Future) e i continui appelli di tanti giovani spronano ad essere sensibili e a cambiare i nostri stili di vita oggi non più sostenibili. Vale per ogni famiglia, vale per la nostra comunità e quartiere e città, almeno là dove è possibile.

Pubblichiamo qui l’intervento di apertura di Carlo Petrini. L’intero dossier è pubblicato su Longuelo Comunità di gennaio 2022.

“La Laudato si’ è un testo profetico, sapienziale e rivoluzionario”

L’intervento di Carlo Petrini

“La Laudato si’ di papa Francesco – esordisce Petrini online dallo studio della sua università degli studi di scienze gastronomiche di Pollenzo (Bra, Cuneo) – è un testo profetico, sapienziale e rivoluzionario. Pietra miliare di pensiero e di considerazioni, ha arricchito il dibattito culturale e politico sulle questioni ambientali, ha impresso nuova crescita all’ambientalismo storico e una nuova capacità di affrontare questi temi nel giusto contesto sociale e nella comprensione che qualsiasi sofferenza si causi alla nostra madre Terra si ritorce contro, soprattutto verso i più poveri. Papa Francesco definisce ecologia integrale l’elemento forte ed innovativo del documento che rimane, a sei anni dalla sua pubblicazione, un fermo punto di riferimento per milioni di persone nel mondo, nonostante i risultati deludenti dei recenti consessi politici internazionali. Anche nell’ultimo incontro della Cop26 a Glasgow si è infatti evidenziato l’ampio scollamento tra la governance politica internazionale e la moltitudine di uomini e donne già mobilitati nel far crescere quei comportamenti virtuosi atti a contrastare il degrado ambientale del pianeta. Siamo entrati nella fase storica detta della transizione ecologica, destinata a durare decenni – se non secoli – e che dovrà condurre l’umanità verso comportamenti personali e collettivi per scongiurare la reale minaccia di estinzione dell’homo sapiens”. Dunque “da una parte – argomenta Petrini – l’urgenza del cambiamento di modelli economici e sociali consolidati e dall’altra, come dice Francesco, l’indispensabile conversione ecologica, che avrà i tempi fisiologicamente lunghi dell’educare miliardi di persone verso nuovi stili di vita. Anche se la situazione ambientale è già compromessa, non tutto però è perduto. L’avanzato stato di degrado di alcune situazioni sarà difficilmente recuperabile mentre per altre, fortunatamente, c’è ancora tempo, ma non molto! Oggi abbiamo preso coscienza della finitezza delle risorse della Terra e in molti percepiamo che non è più sostenibile vivere di consumismo compulsivo. La liberazione dal consumismo esasperato potrà restituirci la gioia e la libertà di investire la nostra redditività e il nostro profitto nei beni comuni, nei beni di relazione, in una rigenerazione del valore della comunità”. Papa Francesco – sempre nella lettura di Carlin della Laudato si’ – denuncia apertamente che il costo sociale del degrado ambientale sarà, ancora una volta, pagato dai più poveri” indicando come “il grido della Terra” sia unito “al grido dei poveri” “perché la questione ambientale è principalmente una questione di giustizia sociale. Secondo l’Onu infatti, la continua desertificazione di molti terreni africani (così come le guerre e il riarmo) porterà, per la fine di questo secolo, ad avere nel mondo almeno duecento milioni di migranti ambientali. È per questo che l’enciclica parla di una logica, molto stringente nel mondo attuale, in cui tutto è connesso e invita la classe politica internazionale a ripensare strategicamente ogni decisione”. La realizzazione di questo processo di conversione necessiterà di “un ripensamento antropologico e culturale dei valori di fraternità universale, di amicizia sociale e di dialogo, indicati in continuità da Francesco nella Fratelli tutti”. Parliamo, dunque, “di una vera e propria rivoluzione”, popolare e non violenta, da mettere in agenda per restituire speranza di vita buona alle future generazioni.

a cura di Battista Villa

Vedi qui il video con l’intervento di Carlo Petrini:

Il grido della terra, il grido dei poveri: cammino di Avvento 2021