La nostra comunità

Un po’
di storia

La parrocchia di Longuelo affonda le sue radici nel secolo XVII quando è stata costruita l’antica parrocchiale: inizialmente non era parrocchia, era “affiliata” alle chiese maggiori di Città Alta (Borgo Canale). In tempi ancora più antichi i monaci vallombrosani (regola di san Benedetto) s’insediarono nella valle verde e fresca di Astino. Accanto alla chiesa parrocchiale vivevano i frati francescani devoti a sant’Antonio da Padova che è il nostro co-patrono e i cui miracoli sono dipinti nella chiesa vecchia (ancora la gente la chiama così) di via Longuelo. L’antica dimora dei frati è oggi un condominio, chiamato “convento” a ricordo della sua precedente funzione.

Il patrono ufficiale della comunità è Maria, con il titolo di Vergine Immacolata. La nostra festa patronale cade, dunque, in periodo di Avvento: festeggiamo l’8 dicembre.

La parrocchia coincide con il territorio del quartiere di Longuelo abitato da poco più di 4.000 abitanti. Oggi non è più un quartiere giovanissimo: lo è stato negli anni Sessanta e Settanta quando molte famiglie “scesero” da Città Alta e moltissime giovani coppie di sposi provenienti dal sud d’Italia abitarono le case popolari di Via Puccini, Giordano, Rossini. Vennero a Longuelo vincendo concorsi per maestri, avvocati, lavorando come dipendenti per lo stato nei diversi settori dell’amministrazione pubblica e giudiziaria.

  1. 24 Giugno, posa della prima pietra della costruzione della chiesa nuova.

  2. 29 Giugno, consacrazione della nuova parrocchiale, vescovo Clemente Gaddi – parroco don Vittorio Belotti. (Muore il 27 agosto 1981).

  3. 6 Novembre, insediamento parroco don Giuseppe Donghi – inizio formazione della comunità nuova – la chiesa mostra i primi segni di cedimento. Don Giuseppe è morto l’8 agosto 2020.

  4. Prima ristrutturazione della chiesa

  5. insediamento parroco don Martino Lanfranchi, rifacimento portale e finestre ad opera di Mino Marra. Don Martino è morto il 31 dicembre 2018.

  6. insediamento parroco don Massimo Maffioletti.

  7. rifacimento degli esterni della chiesa.

La comunità assolve ad alcuni precisi servizi: assicura la celebrazione feriale e festiva dell’eucaristia, le confessioni, la catechesi per grandi e piccoli, i battesimi, le prime comunioni e confessioni, le cresime, i matrimoni, l’unzione degli anziani e ammalati, i funerali.

Lavora anche per promuovere cammini per l’educazione dei ragazzi e bambini, la carità per i più poveri, la cura dei sofferenti e abbandonati, l’ascolto dei bisogni diversi di tanti.

Siccome una parrocchia vive in un territorio – casa tra le case – è chiamata a creare legami costruttivi con le istituzioni civili, con le associazioni o enti che sul quartiere svolgono una buona attività di aggregazione. È attiva la collaborazione con la “Rete di quartiere”.

Cosa
facciamo

Parola – Liturgia – Carità: i tre pilastri della vita della comunità

La Parola è al centro dei cammini di formazione che la comunità predispone per i laici che desiderino crescere nella fede. A Longuelo il luogo di maggior riflessione rispetto alla Parola è la predicazione (sia domenicale sia feriale), che si fa cammino e catechesi nei tempi forti dell’Avvento e della Quaresima. Cerchiamo di dare forza anche alla catechesi degli adulti.

Il punto focale della Liturgia è la celebrazione eucaristica domenicale.È lì che ogni domenica i cristiani si riuniscono e vivono le cose più importanti. L’esperienza cristiana accompagna l’uomo nei suoi grandi passaggi: la nascita, la maturazione dell’adolescenza, la sfida dell’educazione, la scelta dell’amore, l’attenzione ai più fragili, le tappe del dolore e della sofferenza, il tempo della morte, la costruzione della città per tutti.

La carità è il volto concretissimo della cura di Dio per l’umanità che la parrochhia è chiamata a testimoniare. Il Vangelo è nei gesti della cura che danno corpo alla grazia dell’amicizia di Dio e ci rendono più fratelli e più umani. Da come i cristiani si aiutano, da come aiutano l’uomo qualunque e comunque, da come si amano, si dovrebbe capire subito l’amore che Dio riversa generosamente sul mondo e in comunità si dovrebbe toccare con mano questo amore. Si potrebbe dire anche così: la cura della comunità per i poveri è lo specchio dell’amore che Dio ha per la nostra umanità. La carità spinge la comunità a collaborare con il quartiere nella costruzione della città e del bene comune.