CASA MARTINO, UN POSTO DOVE SENTIRSI FAMIGLIA E PREGARE INSIEME LODI E VESPRI

CASA MARTINO, UN POSTO DOVE SENTIRSI FAMIGLIA E PREGARE INSIEME LODI E VESPRI

A CASA MARTINO ANCHE LE LODI E VESPRI

Lodi del mattino e della sera – da Martedì 18 Aprile 2023 –

PER INCOMINCIARE E CONCLUDERE BENE LA GIORNATA INSIEME –

Questo il programma:

Mattino ore 7,00 – caffè e piccola colazione

ore 7,20 – inizio lodi ore 7,45/7,50 – fine lodi

ore 7,50 – caffè e piccola colazione (per chi non l’ha fatta prima)

ore 8,00 – ci auguriamo una buona giornata ( chiudiamo Casa Martino) Sera ore 19,00 – inizio delle lodi serali ore 19,30 – fine lodi.

Ci auguriamo una buona serata

L’invito è aperto a tutti quelli che desiderano esserci

NB Sabato sera lodi serali alle ore 19,30. Rimane invariato l’orario delle lodi mattutine (ore 7,20) Domenica no lodi mattutine (andiamo tutti a messa); Lodi serali alle ore 19,30

VI ASPETTIAMO .

 

CASA MARTINO, UN POSTO DOVE SENTIRSI FAMIGLIA

Nell’ex-canonica dell’antica parrocchiale si inaugura un nuovo progetto di accoglienza. Un’avventura abitativa a “km zero”, per la comunità e il quartiere

C’è una bellissima stampa fotografica appesa alla parete che affianca l’ingresso al Centro Ascolto, in casa parrocchiale. È una fotografia che ritrae don Martino Lanfranchi – parroco a Longuelo dal 1989 al 2008 – sulla soglia di un portone semiaperto, a testimoniare quanto l’ascolto e l’accoglienza fossero una costante del suo essere uomo e pastore. A chi bussava alla porta della canonica veniva sempre riconosciuta ospitalità, che fosse un letto a disposizione o semplicemente un panino ristoratore.

 

Segni concreti di una Longuelo accogliente

Una chiesa che sa essere buona compagna di viaggio nelle storie umane più fragili e complesse è sempre stata per don Martino una solida convinzione che lo portò nel 2008 ad avviare i lavori di ristrutturazione di una parte della ex-canonica di via Longuelo, a fianco dell’antica parrocchiale, grazie a un finanziamento della Fondazione Cariplo per trasformarla nel progetto di Emergenza Dimora gestito dalla Fondazione Opera Bonomelli e rivolto a persone che, a causa di un evento traumatico, necessitavano di un punto di riferimento abitativo e relazionale (l’inaugurazione del progetto avvenne il 4 ottobre 2009). Con gli ospiti anche la presenza di tre giovani volontari e la supervisione di referenti educatori. Nel 2015 con la gestione della cooperativa Generazioni Fa, il progetto cambia fisionomia: i destinatari diventano giovani stranieri minorenni arrivati in Italia senza la presenza di un adulto di riferimento che convivono sempre con tre giovani volontari, avvicendandosi negli anni fino a giugno del 2022, quando il progetto – arrivato al termine del periodo concordato con la parrocchia – lascia Longuelo. Ora, dopo un necessario intervento di sistemazione, quella casa è pronta a ripartire con la stessa originaria vocazione di accoglienza abitativa e con la gestione diretta da parte della parrocchia. Ora quella casa è “Casa Martino”.

 

Una chiesa tra le case

Una parrocchia dovrebbe essere capace di riformarsi e adattarsi continuamente. Solo in questo modo continuerà ad essere “la chiesa che vive in mezzo alle case dei suoi figli e delle sue figlie”. Potrebbe bastare questo breve passaggio dell’Evangelii gaudium di papa Francesco per descrivere con estrema sintesi la “mission” di Casa Martino. Un luogo familiare, accogliente, quotidiano per provare ad essere una comunità cristiana che esce dalla “chiesa” non soltanto per dare un’occhiata curiosa e veloce senza lasciarsi coinvolgere ma esce per restare “fuori”; per incontrare, ascoltare e provare a scoprire reciprocamente il bello del vangelo. Una casa di accoglienza leggera, per riprendere fiato, per chi in un particolare momento della sua vita ha bisogno di guardare alle proprie fragilità con un po’ più di serenità, con persone a fianco che si pre-occupano e che provano ad offrire un altro sguardo. Ma Casa Martino vorrebbe anche essere un motore di dinamiche comunitarie che coinvolgano le nuove generazioni perché sia possibile un nuovo modo di pensare e fare l’oratorio, le famiglie per dare valore alla testimonianza di uno stile familiare e costruire alleanze educative, le fragilità diffuse perché è urgente lavorare anche a un dimensione caritativa che oltre, alla modalità assistenzialistica, sia pro-attiva; e, poi ancora, il quartiere per costruire consapevolezza attorno a un “bene comune” che sono gli altri e ai temi della cittadinanza attiva.

 

La carta d’identità di Casa Martino

Gli spazi abitativi a disposizione del progetto comprendono quindi solo una parte dell’intero edificio di proprietà parrocchiale. Per la restante parte – quella che in passato fu abitata dai vari curati e ora sede del MercAntonio – si ipotizza in futuro un progetto di ristrutturazione completa ma soltanto se, a seguito della presentazione di un progetto alla Fondazione Cariplo, venisse riconosciuto un adeguato finanziamento. In attesa che ciò avvenga, cominciamo ad abitare quanto è già a disposizione e cioè una grande sala-soggiorno per la condivisone di pranzi, incontri e momenti di spiritualità, una cucina accogliente dove vivere concretamente la convivialità, quattro camere da letto e i servizi. Cominciamo a tener acceso il fuoco dell’ospitalità e dare la possibilità a ciascuno di farsi prossimo, ospitale, fraterno, prevedendo diversi livelli di coinvolgimento: dalla cura degli spazi comuni, alla convivialità, all’organizzazione di eventi culturali o di spiritualità.

 

La prima famiglia

Chi ci abiterà? Innanzitutto, in maniera stanziale e stabile una famiglia ospitante che accoglierà fino a 5 ospiti. A “rompere il ghiaccio” in questa nuova avventura abitativa sarà la famiglia di Rolando Magrini e Licia de Angelis con i loro due figli, Nicolò e Nora. A loro abbiamo chiesto di raccontarci brevemente il significato di questo progetto e le loro aspettative. “A noi piace pensare – ci spiega Licia – che per gli ospiti accolti Casa Martino sia uno spazio tra parentesi dove sostare per un periodo non troppo lungo, potersi riposare, dopo un periodo particolarmente faticoso della propria vita. Un luogo e un tempo nel quale poter ripensare la propria vita dopo un momento di difficoltà e di crisi. Un luogo al quale si approda per poter ripartire. Un punto di sosta per concedersi riposo, rialzarsi e riprendere il viaggio”. “Casa Martino – continua Rolando – vuole essere per la comunità e per il quartiere un punto di ritrovo e di scambio, una casa aperta all’ascolto alla condivisione e alla costruzione di legami di prossimità e solidarietà. È un luogo che ha sempre simbolicamente la porta aperta per un caffè, una cena, un momento di ascolto, di confronto e di scambio. Un luogo del quartiere che intende valorizzare e amplificare la sua vocazione all’accoglienza e alla solidarietà sociale. Un luogo nel quale poter incrociare lo sguardo autentico dell’altro senza la paura di sentirsi giudicati incompresi o fraintesi. Una dimora aperta nella quale ciascuno può sentirsi davvero a casa anche solo per un breve momento della giornata”. Per la gestione e il sostegno necessario al progetto si è pensato di costituire un’associazione, strettamente connessa con la parrocchia e con la comunità territoriale. L’associazione potrebbe essere registrata come Odv, ossia un’organizzazione di volontariato. All’interno dell’associazione verrà previsto un direttivo che tra i vari compiti avrà anche quello di vagliare le diverse richieste abitative e monitorare le permanenze in atto. In attesa che l’associazione si costituisca (si stanno ultimando gli ultimi dettagli dello statuto) sarà il gruppo della Caritas parrocchiale a svolgere questo compito.

Aspettiamo il taglio ufficiale del nastro, che probabilmente sarà nel prossimo mese di aprile, dopo Pasqua, quando verrà organizzato un open day aperto alla comunità e al quartiere. Ci piace pensare che a una finestra di Casa Martino ci sarà sempre una candela accesa, segno di benvenuto e di ospitalità.