Accoglienza

Quartiere a colori

Si tratta di un progetto nato nel 2011 come iniziativa caritativa proposta dalla Caritas parrocchiale. L’obiettivo è quello di provare a vivere in un contesto comunitario la convivialità fra le differenze socio-culturali presenti nel nostro quartiere, cercando di vivere la carità come vicinanza e prossimità tra vecchie e nuove cittadinanze e accorciare la distanza rispetto a qualcuno che è altro da noi.

Negli ultimi tre anni, con la collaborazione della Rete sociale di Longuelo, tale progetto ha assunto una dimensione di forte coinvolgimento del quartiere, sia nella fase progettuale che in quella più operativa. L’intero quartiere è invitato ad un momento di convivialità attorno ad un “multietnico” banchetto.
Ma non solo. Vengono proposti anche momenti di riflessione, di ascolto e di animazione finalizzati a migliorare le relazioni e creare maggiore consapevolezza circa i temi dell’interculturalità.

CP91

È un progetto di accoglienza diffusa, nato nel 2016. Un appartamento è stato messo a disposizione da una famiglia del quartiere per l’accoglienza diffusa dei profughi richiedenti asilo.

Giovani immigrati risiedono nell’appartamento in attesa di risposta dalla commissione prefettizia circa la possibilità di poter continuare a rimanere in Italia con regolare permesso di soggiorno, migrare in altri stati europei o rimpatriare (qualora non passassero il colloquio con la commissione prefettizia). I ragazzi ospiti rimangono nella casa per non più di 1/2 anni.

La gestione del progetto è della Caritas diocesana, mediante la cooperativa Ruah. La nostra comunità collabora al progetto di accoglienza con la presenza di alcuni volontari che facilitano le relazioni dei richiedenti asilo con il quartiere attraverso varie iniziative.

City Family

È un progetto di accoglienza diffusa per famiglie con regolare permesso di soggiorno, nato nel 2018. Un appartamento è stato messo a disposizione da una famiglia del quartiere per l’accoglienza di due nuclei familiari.
La gestione del progetto è in carico alla Caritas diocesana, mediante la cooperativa Ruah. Anche in questo caso la comunità si è attivata con alcuni volontari. L’obiettivo è l’autonomia economica delle due famiglie e un buon inserimento nel quartiere.